(Notiziario Libri) (Ansa) – Milano, 9 Nov – Napoleone il Comunicatore (Egea, pp 144, euro 16).
Controllare l’informazione, manipolarla a proprio piacimento, censurare le notizie negative ed enfatizzare i successi, come un moderno spin doctor? Accadeva in Francia tra la fine del Settecento e gli inizi del nuovo secolo. Il protagonista, precursore dei nostri tempi e’ stato lui: Napoleone Bonaparte.
A spiegare quanto fosse attento alla gestione strategica della notizia e’ il giornalista e consulente di comunicazione Roberto Race, nel suo “Napoleone il Comunicatore”.
Il Bonaparte, come illustra Race in un volume ricco di spunti che aiutano a spiegare il fascino sempreverde del grande generale corso, non si limitava a filtrare documenti e a oscurare fatti e personaggi. Anzi.
La specialità era quella di raccontarsi a modo suo, idealizzando azioni, comportamenti e imbellettando la sua stessa figura attraverso l’opera di artisti figurativi bravi a rimodellare con la fantasia la verità storica. Napoleone, insomma, come costruttore della propria immagine, di campione delle libertà e dei popoli oppressi. Una sintesi mediatica che, dimostra Race, assurge a capolavoro proprio quando l’Imperatore e’ sconfitto definitivamente.
Il Memoriale di Sant’Elena è stato infatti il best seller che ha trasformato un perdente in un vincitore, rinnovandone il mito per i posteri. Race nel testo ci presenta Napoleone come colui ha inventato l’opinione pubblica così come siamo abituati a intenderla oggi.
Il Bonaparte, infatti, ha saputo promuovere la sua immagine con una straordinaria, modernissima, visionaria, profetica capacità di comunicare. Ed e’ proprio questo il filo rosso che attraversa tutta l’epopea di Napoleone dalla spedizione italiana alla missione in Egitto, fino ai trionfi di Ulm o Austerlitz, alle successive disfatte e al doppio esilio.
“Sin dalle prime battute” afferma nella sua prefazione lo storico Luigi Mascilli Migliorini, autore di una delle più importanti biografie sull’Imperatore, “la capacità di comunicare di Napoleone era apparsa virtù istintiva di un ventisettenne generale che annunciava in su, visibilmente, le incertezze di un eroe di Stendhal e le arroganze di un personaggio di Balzac.”
Nel volume Race spiega modalità ed eventi che segnano l’ennesimo primato del generale Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie condotte per mezza Europa. Per lui comunicare non e’ solo un mezzo che usato al meglio “consente di anticipare le mosse dell’avversario e sbaragliarne gli schieramenti”, ma anche “uno strumento di rappresentazione, con il quale si inscena un summit come si commissiona un quadro”.
In ogni caso, spiega l’autore, Napoleone ha potuto vincere anche da grande comunicatore, “perché quella che raccontava non era una favola qualsiasi’ dal momento che ‘qualsiasi campagna di marketing, senza contenuti adeguati, non regge alla distanza, tanto più al peso della storia”.(ANSA).
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