“Solo l’uomo che attraversa il fiume di notte, conosce il valore della luce del giorno”.
Da violinista e musicologo a manager ed imprenditore culturale. Paolo Petrocelli (Roma 1984) ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo del management culturale, artistico e musicale in ambito nazionale ed internazionale, con una versatilità di funzioni e ruoli, che lo hanno portato a contraddistinguersi per un profilo professionale particolarmente innovativo e dinamico.
Già membro del Consiglio di Amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma e della Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena, ricopre attualmente diversi incarichi istituzionali e ruoli manageriali, che lo vedono particolarmente impegnato nel campo della diplomazia culturale, delle relazioni internazionali e dello sviluppo strategico.
Petrocelli è Co-Fondatore e Presidente del Comitato Giovani UNESCO, Fondatore e Presidente di EMMA for Peace (Euro-Mediterranean Music Academy), Membro del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio di Venezia, Cultural and Music Diplomacy Officer per il World Summit of Nobel Peace Laureates, Direttore dello Sviluppo della Fondazione Accademia Musicale Chigiana, Assistente del Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma per lo Sviluppo Internazionale. Appassionato educatore, è docente presso la LUISS e la John Cabot University ed è Direttore del Master of Cultural Management presso Rome Business School.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Colui che vive con intensità, passione, determinazione e coraggio, inseguendo sempre stimoli, sfide e nuovi obbiettivi, ispirandosi a valori assoluti di “Bellezza” e “Giustizia”. Giorno dopo giorno. Innovatore perché ama la vita.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. La vera innovazione che attendo è quella dei valori, la riformulazione delle idee più universali, come quella del “bello”. Una nuova concezione del “bello”, questa si che sarebbe “un’innovazione” capace di cambiare il mondo!
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Un leader deve saper comprendere e curare i rapporti umani, prima di quelli professionali. Un leader deve rendere tutti i componenti della squadra orgogliosi di far parte della propria organizzazione. Un leader deve saper guidare verso l’eccellenza, il giusto, il bello.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. I miei genitori.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La paura: che le giovani generazioni non riescano a diventare protagonisti positivi del nostro presente, perdendo così l’opportunità di giocare un ruolo determinante per la creazione di un futuro migliore. La speranza: che mediocrità e superficialità cedano il passo ad eccellenza e profondità. Un nuovo rinascimento che veda tutti cittadini contribuire con consapevolezza e passione al progresso sociale.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Continuare a collaborare con persone, organizzazioni e istituzioni con le quali ho inteso sviluppare più compiutamente quella vocazione culturale ed umanistica che anima il mio progetto di vita, che coincide e sempre coinciderà con il mio impegno professionale.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mi fa particolarmente arrabbiare la diffusa mancanza di ottimismo, determinazione, coraggio, speranza delle giovani generazioni. Mi emoziona scoprire la straordinaria varietà e bellezza di popoli e paesi: culture, tradizioni, valori. Mi emoziona sentirmi cittadino italiano, cittadino europeo, cittadino del Mondo.
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