Per descrivere la sua vita professionale, gli piacerebbe ricordare il titolo di un libro di Vittorio Gassman, “Un grande avvenire dietro le spalle”: che significa e rappresenta, in chiave positiva e evolutiva, la capacità di costruire sulla propria esperienza, per costantemente crescere, imparando e condividendo.
Torinese, 53enne, Pier Donato Vercellone può sicuramente affermare di avere tracciato una carriera nel mondo della comunicazione, fondata su esperienze professionali di alto profilo e contribuendo a creare reputazione, fiducia e positive relazioni emozionali per affermati brand, italiani e internazionali, attraverso l’attivazione efficace di diversificate leve di comunicazione. Pier Donato, infatti, ha coordinato le attività di comunicazione corporate di Nike in Europa, gestendo anche la crisi del lavoro minorile a livello internazionale, a fine anni 90, per poi passare a costruire il posizionamento Nike a livello globale nel settore fashion&lifestyle, attraverso originali e innovative azioni di PR e brand entertainment. In Telecom Italia, dal 2000, ha contribuito alla costruzione delle iniziative di brand enrichment di Gruppo, gestendo le iniziative e gli eventi di Progetto Italia. Nominato Direttore Centrale Comunicazione e Grandi Eventi del Comune di Milano, è stato tra gli artefici del rilancio del marchio Milano, attraverso format di comunicazione che hanno coinvolto cittadini e influenzatori.
Dal 2012, a seguito del naufragio della Costa Concordia, è stato chiamato a gestire tutte le attività di stakeholder engagement e di media relations per il progetto di rimozione del relitto: case history di grande interesse. Attualmente è Direttore Comunicazione & CSR del Gruppo Sisal.
Pier Donato è anche docente in Università Cattolica, e recentemente è stato eletto Presidente Ferpi, la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Credo che innovatore possa essere definito chi non vuole considerare quello che non si deve fare. Troppo spesso ci poniamo vincoli e limiti che non permettono l’espressione della creatività, del genio e del talento. Soprattutto in Italia, nell’area della comunicazione, devo ammettere che sovente rimaniamo imbrigliati da formalismi o blocchi da consuetudine, che non consentono di costruire un’efficace e moderna azione di costruzione di valore e reputazione.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Forse l’affermarsi della genomica, applicabile su vari campi e attività; sarà fondamentale riconoscerne i vantaggi, ma anche i rischi connessi alla manipolazione e all’utilizzo improprio.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. La capacità di creare un legame emotivo che si basi su fiducia e autorevolezza, con una condivisione sugli elementi valoriali e con una visione che sappia combinare le prospettive di lungo termine, con le esigenze e le istanze particolari e immediate.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Vorrei citarne alcune: un mio docente dell’Isforp (Istituto Studi e Formazione per le RP), Marco Squarcini, grande esperto di comunicazione, che mi ha consentito di consolidare le mie consapevolezze di giovane professionista. Il fondatore di Nike, Phil Knight, che mi ha permesso di vivere una dimensione unica e distintiva, migliorando la mia predisposizione al teamwork e la propensione all’innovazione. Tutti i miei studenti in Cattolica, che costantemente mi insegnano a mantenermi “contemporaneo” e non convenzionale.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La mia più grande paura è di non avere speranze, la speranza è continuare ingenuamente a sperare.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Oggi vorrei veramente riuscire a dare un contributo per il rinnovamento di Ferpi, che in effetti potrebbe significare un apporto proficuo al rilancio della nostra professione. In futuro, vorrei riuscire concretamente ad impegnarmi per il nostro Paese, per riuscire a costruire un racconto positivo che alimenti fiducia e attrattività, a tutti i livelli.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mia figlia mi fa costantemente emozionare e stupire della sua essenza di persona. Mi arrabbio quando vedo e incontro l’arroganza ingiustificata e la falsità professionalizzata.
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