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Pietro Tarallo: la gestione collettiva farà tramontare la leadership

“Nomade per vocazione, sedentario per scelta”. Questa una delle frasi che più ama Pietro Tarallo (www.pietrotarallo.it).

Tarallo, nomade per vocazione, sedentario per scelta, da anni vive a Pieve Ligure, a pochi chilometri da Genova, di fronte al mare, dove approda dopo i suoi lunghi viaggi.
Giornalista e scrittore giramondo, ha collaborato con numerose riviste e quotidiani anche on line. Ha scritto oltre 80 fra libri di vari argomenti, testi di geografia per le scuole, libri fotografici e guide turistiche.
Dal 2007 organizza Il Salotto del Viaggiatore dove racconta i suoi viaggi. È presidente dal 2017 della NEOS, giornalisti di viaggio associati (www.neosnet.it).

D. Chi è un innovatore per te? Perché?

R.  Per innovare occorre partire da se stessi. Innovatore è chi riesce a stare al passo con i tempi e a cogliere i cambiamenti. Magari a prevederli.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?

R.  La presa di coscienza da parte di tutta l’umanità dei cambiamenti radicali che occorre fare per superare la sola logica del profitto voluta dalla globalizzazione. A partire della vaccinazione di massa e dalla più equa distribuzione delle ricchezze.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?

R.  Ovviamente dettare la linea. Ma a mio avviso occorre superare la figura del leader e andare verso una gestione collettiva a tutti i livelli. I leader sono destinati a finire a testa in giù a causa dei danni che provocano.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?

R.  Dal Dalai Lama a Madre Teresa di Calcutta che ho conosciuto e intervistato.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?

R.  Temo che passeremo da una pandemia all’altra e vivremo così semi reclusi. Il mondo lo vedremo dalla televisione. Purtroppo. Rompere la cappa di paure, di pestilenze, di guerre, di fondamentalismi di ogni tipo e di regimi fascisti che ci opprimono.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.

R.  Scrivere dei paesi che ho conosciuto nel passato per lasciarne memoria alle generazioni future. Che non godranno della libertà e della possibilità di viaggiare di cui ho goduto io.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare?

R. Scoprire nuovi amori mi esalta sempre. E’ il sale della mia vita. Mentre la rabbia invade il mio cuore per le violenze, le ingiustizie, lo scempio ambientale, la stupidità, la protervia fascista di molti compresi uomini politici e capi di stato.

Ps.
Pietro Taralo vive da oltre 15 anni in una villa a tre piani che risale al 1932, circondata da un giardino dove fioriscono azalee, camelie, gelsomini, orchidee, ciclamini, limoni e aranci. Che ha chiamato La Casa del Viaggiatore Luxury (Via Roma 74-76 Pieve Ligure Genova) e che in parte ha aperto agli ospiti.
Si tratta di una costruzione tipicamente ligure, con affreschi esterni che incorniciano porte e finestre e dai colori rosso pompeiano e giallo antico. Nelle sue stanze ha collezionato oggetti raccolti in paesi lontani: dall’Indonesia all’Australia, dal Canada alla Cina, dall’India al Sudafrica. Ha viaggiato a lungo in tutto il mondo, incontrando personaggi noti come Madre Teresa di Calcutta. Sono molte le storie che ha vissuto in prima persona di cui ha scritto nei suoi libri.
Aprire la sua casa agli ospiti è stato come riprendere a viaggiare nel mondo. Il piacere di raccontare mondi lontani e condividere con loro ricordi importanti che hanno segnato la sua vita e la sua carriera professionale è un’esperienza gratificante e importante.
Pietro Tarallo ha passato un anno intero a rovistare nei suoi archivi informatici e cartacei. Le scoperte sono state tante. Impreviste. In particolare ha riesumato gli articoli dei giornali e delle riviste, anche on line, pubblicati dal 1970 in poi in 50 anni di attività giornalistica. Ne è nato il libro “Giro del mondo in 80 paesi” (Polaris Editore), 512 pagine + 64 tavole a colori fuori testo, uscito nell’ottobre del 2019, dove sono raccolti oltre 200, pubblicati su quasi 60 testate, che riguardano 80 paesi del mondo.

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