Nata a Milano da madre tedesca e padre italiano nel 1969, è arrivata al giornalismo tardi, a 30 anni, dopo aver lavorato per diverse case editrici come ufficio stampa, copy editor e traduttrice. Non è sposata e non ha figli, ma tre nipoti che purtroppo vivono a Londra con sua sorella e suo cognato, due tipici cervelli italiani in fuga. Il suo grande amore sono i gatti e la natura, il suo grande rimpianto è di non essere andata all’estero anche lei a lavorare e vivere, per tornare in Italia solo per le vacanze.
Il suo motto preferito si rifà a un proverbio africano: “Io sono perché noi siamo”.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Papa Francesco. Perché sta cercando di cambiare con fatti e parole l’istituzione più conservatrice che io conosca. E perché se ci riuscirà sarà un bene per tutti, cattolici e non.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Non lo so o forse non credo ci siano innovazioni che cambiano il mondo. Dieci anni fa ad esempio usciva il primo iPhone. In molti hanno scritto che questo smartphone ha cambiato il mondo. Io non sono d’accordo. In maniera significativa potrebbero però cambiare gli equilibri economici e geopolitici le energie rinnovabili, ammesso che siano vicine a un vero utilizzo diffuso
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Scoprire e valorizzare i talenti di più membri possibile all’interno dell’organizzazione, creare spirito di squadra, conquistare la fiducia di più membri possibile dell’organizzazione e non dare la sensazione di avere un gruppo di “preferiti”
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Oltre ai miei genitori, il mio professore di italiano e latino al liceo
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La più grande paura è di ammalarmi di una malattia completamente invalidante o dal punto di vista mentale (Alzheimer) o da quello fisico (Sla ad esempio). La mia più grande speranza è che i miei tre nipoti di 13, 11 e 4 anni trovino il loro posto nel mondo, facendo le “giuste” scelte di lavoro e incontrando affetti che li aiutino a bilanciare le difficoltà della vita
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Come dicono molti buddhisti rivolgendosi al Buddha: concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza. Tradotto in termini di lavoro: il progetto che ho per il presente e per il futuro è di continuare a fare bene la giornalista, senza pensare di salvare il mondo, impegnandomi a migliorare scrittura, capacità di analisi e studio e continuando a fare autocritica.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. La cosa che mi fa più emozionare è l’osservazione della natura. Quella che mi fa più arrabbiare è la violenza contro chi è debole e indifeso: bambini, anziani, donne, ambiente. Particolarmente odiosa e per me inaccettabile è la violenza contro il genere femminile da parte di maschi che arrivano a giustificarsi nel nome della loro cultura e/o religione.
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