Vittorio Pappalardo nasce a Napoli nel 1953. Figlio di imprenditori da tre generazioni e figlio d’arte nel settore del commercio di mobili per ufficio, dopo aver frequentato la Scuola Svizzera di Napoli, intraprende fin da subito l’attività professionale seguendo la scia dell’attività di famiglia. Dopo aver conseguito un master in direzione aziendale a Milano nel 1977, nello stesso anno, fonda la Vittorio Pappalardo VIP, dando vita ad un’esclusiva produzione di poltrone personalizzate per top manager. Le poltrone VIP sono ergonomiche, sicure e interamente artigianali. Personalizzabili in ogni minimo dettaglio. Tra i suoi clienti ci sono, infatti, uomini di stato, politici, imprenditori, banchieri, manager, amministratori pubblici, funzionari, professionisti e grand commis.
In quarant’anni di attività Vittorio Pappalardo ha messo e mette in poltrona i personaggi più illustri di fama nazionale e internazionale: Sua Santità Papa Francesco, il capo dello Stato emerito Giorgio Napolitano, l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l’attuale presidente Vincenzo Boccia, il cardinale Crescenzio Sepe, l’ex ministro Letizia Moratti, l’economista Giancarlo Elia Valori e tanti altri ancora.
E’ coadiuvato nella sua attività dalla figlia Vittoria, designer, che ha ereditato dal padre la sua tenacia, gusto e determinazione. L’esperienza e la professionalità di Vittorio unita alla capacità e all’intuito di Vittoria generano una perfetta alchimia da rendere la Vittorio Pappalardo VIP unica nel suo settore.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Un innovatore è una persona che non si ferma mai di fronte a nulla e soprattutto dinanzi alle difficoltà. Creativo, sognatore, non si adagia mai su quello che ha. Si mette sempre in discussione. L’innovatore pensa sempre a come può migliorare. Nel caso di chi fa impresa, è necessario ascoltare il cliente e pensare le soluzioni possibili ai problemi. Quindi posso ritenermi un innovatore. Spesso la notte mi sveglio per annotarmi le idee che mi vengono e nella maggior parte dei casi le metto in pratica riscontrando un elevato successo.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. L’innovazione che sta cambiando sempre di più il mondo è l’utilizzo totalizzante della rete. Il web, ormai, ha soppiantato molte attività. Però, per certi versi, rappresenta anche un’opportunità. Sono d’accordo con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia quando dice che la rete ha generato una forte crisi dell’editoria riguardo la carta stampata, da un lato, mentre dall’altro rappresenta un volano di sviluppo per alcune aziende come quella di cui è titolare, in quanto gli ha consentito di stampare materiale tipografico per imprese situate dall’altra parte del mondo, consentendo in tal modo un’internazionalizzazione del prodotto. Per certi versi, questo è accaduto anche per la mia azienda. Ci troviamo in periodo storico caratterizzato dalla globalizzazione del mercato, chiaramente supportato dal web. Per fortuna il mio è un prodotto interamente artigianale e di fascia alta, per cui il mercato è di nicchia e viene incrementato sempre più, in molti casi, anche grazie alla rete.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il ruolo di un leader in un’organizzazione è determinante per la crescita e il successo dell’organizzazione stessa. Se si tratta di un’azienda, il leader deve essere capace di valorizzare nel migliore dei modi le risorse umane e materiali, ma, soprattutto, deve creare un sistema di valori e di esperienze condivise con il suo team in modo tale da rappresentare un volano di sviluppo in continua ascesa.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Sono tre le persone che hanno lasciato il segno nella mia vita: i miei genitori e il mio formatore.
I miei genitori mi hanno dato le basi. Da loro ho imparato l’arte di fare impresa. Il mio formatore, invece, è stato colui che ha contribuito alla mia evoluzione professionale fornendomi delle chiavi di lettura molto importanti per la mia carriera.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La mia più grande speranza è che mia figlia possa continuare l’attività.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Sul piano nazionale sono pienamente soddisfatto del livello che ho raggiunto. Il mio progetto per il futuro è conquistare i mercati internazionali.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. La cosa che più mi fa emozionare è la realizzazione di un nuovo prodotto. Vedere attuati i miei progetti è la cosa che più mi inorgoglisce. Viceversa, la cosa che più mi fa arrabbiare è il mancato raggiungimento di un obiettivo.
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.